I cinque sensi come strumento di osservazione empatica
Compreso il sesto senso (per il settimo senso devi recuperare la saga dei Cavalieri dello Zodiaco...è una battuta!)
L'atto di osservare viene spesso concepito come un processo puramente cognitivo, distaccato e analitico. Tuttavia, la letteratura neuroscientifica e quella fenomenologica suggeriscono che la conoscenza e la comprensione passano innanzitutto attraverso il corpo e, in particolare, attraverso i canali sensoriali (Damasio, 1999; Varela, Thompson & Rosch, 1991).
I cinque sensi (quindi la vista, l’udito, il tatto, l’ olfatto e il gusto) non sono soltanto strumenti di rilevazione percettiva, ma veri e propri mediatori tra il mondo esterno e il mondo interno. Essi partecipano attivamente al processo di costruzione del significato e costituiscono una porta d’accesso privilegiata per lo sviluppo dell’empatia incarnata (che significa in una fusione neurale e corporea).
Approfondiamo…
La vista: osservare oltre il visibile
Se da un lato il senso della vista rappresenta il canale più immediato per l’osservazione, è necessario distinguere tra il “guardare” e il “vedere”. Secondo la fenomenologia di Merleau-Ponty, vedere implica un coinvolgimento percettivo e corporeo che va oltre la semplice ricezione di stimoli visivi riconducibili al semplice guardare.. La postura, la mimica facciale e i micro-movimenti, se colti consapevolmente, forniscono preziose informazioni sullo stato emotivo e relazionale dell'altro come dimostrano gli studi di Paul Ekman sulle micro-espressioni facciali.
L'udito: ascoltare il non detto
Il canale uditivo, oltre alla decodifica linguistica, consente l’accesso a dimensioni più sottili del vissuto altrui. Il tono di voce, il ritmo, le pause, i sospiri o il respiro alterato rappresentano indicatori chiave dei processi emotivi in atto (Stern, 2004). Questi segnali para-verbali non solo accompagnano e sottolineano il contenuto del discorso ma ne modulano il senso e rivelano stati affettivi impliciti.
Olfatto e gusto: le emozioni viscerali
Sempre gli ultimi in classifica! Ma, sebbene sottovalutati, olfatto e gusto sono profondamente connessi ai centri cerebrali responsabili della memoria e delle emozioni, in particolare al sistema limbico (Herz, 2016). Gli odori o le sensazioni gustative evocano ricordi arcaici e che possono influenzare inconsapevolmente il tono della relazione. Quando emergono le percezioni corporee come secchezza delle fauci, sapore amaro o alterazioni viscerali, stiamo assistendo a segnali da considerare fortemente nell’osservazione fenomenologica.
Il corpo come sesto senso: la propriocezione empatica
Le neuroscienze sociali hanno evidenziato il ruolo dei meccanismi neurali alla base della simulazione incarnata, in particolare dei neuroni specchio, nel generare empatia (oltre a Rizzolatti, rimando agli studi di Vittorio Gallese sulla “consonanza intenzionale”). Attraverso il corpo, l’osservatore percepisce le risonanze interne, le tensioni muscolari o le variazioni respiratorie che emergono nella relazione con l’altro. Se questo processo viene integrato consapevolmente, permette un livello più profondo di comprensione che va al di là del linguaggio verbale.
Osservazione e empatia incarnata
Nell’approccio fenomenologico e corporeo a quegli ambiti deputati alla relazione d’aiuto, come nel caso del mio approccio di Riabilitazione Emotiva a Mediazione Corporea e Ambientale (Mennella, 2025), i cinque sensi vengono valorizzati non solo per raccogliere informazioni oggettive, ma come strumenti per accedere al piano soggettivo incarnato e relazionale dell’altro. L’empatia non è solo un atto mentale ma un’esperienza che attraversa i sensi, i corpi e il campo relazionale condiviso.
Riabilitare la nostra capacità sensoriale significa quindi potenziare l’osservazione, non solo per capire, ma per comprendere, nel senso profondo del termine: abitare e accogliere la complessità dell’altro e di sé.