Ogni giorno viviamo emozioni che ci fanno stare bene e altre ci turbano. Poi ci sono altre ancora che ci sorprendono! Ma che cosa succede davvero dentro di noi?
Mi soffermo su quattro cardini (quattro emozioni) che tornano sempre utili e che in un certo senso includono tutte le sfumature emotive (anche quelle che non hanno ancora un nome). Se vuoi capirne di più leggi qui.
Le emozioni sono risposte complesse che coinvolgono il corpo, il cervello, il comportamento e persino le relazioni. In questo breve articolo esploro (in modo mooolto pratico) quattro delle diverse emozioni fondamentali per capire meglio come funzionano e come possono guidarci nella vita di tutti i giorni (amen!).
Gioia :)
La gioia è quel senso di leggerezza e di apertura che proviamo quando qualcosa ci fa star bene: un abbraccio, una buona notizia (speriamo), un momento condiviso. Non è “essere felici” perché la gioia ha effetti reali sul corpo e sulla mente.
Quando siamo gioiosi:
- il cuore batte in modo armonico
- respiriamo più liberamente
- sorridiamo anche involontariamente
La gioia attiva nel cervello i centri della ricompensa liberando dopamina e serotonina (i neurotrasmettitori del buonumore).
Psicologicamente la gioia ci da energia, ci apre verso il futuro e favorisce la creatività. Ed è contagiosa seriamente: vedere una persona contenta stimola il desiderio di stare con essa. Ecco perché la gioia rafforza i legami affettivi ed è il carburante delle relazioni sane.
Paura :o
La paura è una risposta naturale a un pericolo reale o immaginario. Serve a proteggerci poiché è un vero e proprio allarme che ci prepara a scappare (o nasconderci) per difenderci.
Quando proviamo paura:
- il cuore accelera
- i muscoli si tendono
- la mente si concentra solo sul pericolo
Il cervello attiva la nostra “centralina” che si chiama amigdala e che ci fa reagire in pochi istanti. Vengono rilasciate adrenalina e cortisolo (maledetto!) che aumentano l’energia. A livello propriamente detto “emotivo”, ci sentiamo fragili perché in pericolo. Ma la paura può anche essere legata a qualcosa di simbolico come il buio, l’abbandono, il giudizio. Si tratta di paure che nascono all’interno…fuori non c’è un serpente velenoso ma dentro nasce qualcosa.
Ovvio che la paura non è solamente negativa! Se ascoltata può indicarci i nostri limiti, proteggerci (quando scansiamo una macchina che sta per venirci addosso)o segnalarci qualcosa che per noi è davvero importante (la paura di perdere i soldi dalla tasca ecc).
Rabbia >:(
La rabbia scatta quando qualcosa ci sembra ingiusto o ci ostacola. È un’emozione potente, spesso vista negativamente, ma in realtà ha una funzione importante: ci aiuta a difenderci e a difendere i nostri confini.
Quando siamo arrabbiati:
- aumentano battito, pressione e tensione muscolare
- il viso si arrossa
- potremmo alzare la voce o chiuderci
Nel cervello la rabbia attiva circuiti molto simili a quelli della paura (vedi amigdala) ma con un orientamento all’azione: attacco, confronto. Si libera noradrenalina, aumenta il testosterone frenando la serotonina (ma perchééééééé!!???).
Psicologicamente la rabbia ci segnala che qualcosa ci ha feriti o contrariati. Se gestita con consapevolezza, può diventare una forza trasformativa che ci spinge a cambiare e a fare meglio (chiamata rabbia reattiva).
Tristezza :’(
La tristezza ci accompagna nei momenti di perdita, delusione o separazione. Non è una debolezza, anzi: è il modo in cui la nostra psiche elabora il dolore.
Quando siamo tristi:
- il corpo si rallenta
- respiriamo più lentamente
- possiamo avere meno appetito o voglia di muoverci
La tristezza non attiva l’allarme come la paura, ma crea uno stato di ritiro. Serve per proteggerci, riflettere, riorganizzare le emozioni. Nel cervello cambia l’equilibrio di serotonina e dopamina mentre aumenta l’attività di aree legate alla memoria e al significato (meraviglioso).
Se la tristezza viene vissuta senza giudizio, può aiutarci a crescere, a lasciare andare e ritrovare il “senso”. Se accolta, nella relazione, apre alla tenerezza e all’empatia.
Insomma…
Le emozioni non sono “buone” o “cattive” sono semplicemente messaggeri intelligenti. Ci parlano di noi, dei nostri bisogni e dei nostri valori. Imparare a riconoscerle (nel corpo, nella mente, nei gesti…) è un passo fondamentale per vivere meglio e relazionarci in modo più autentico.
La prossima volta che provi un’emozione forte, chiediti: cosa mi sta dicendo?
Non c’è crescita senza emozioni e non ci sono emozioni che non abbiano un senso.